
Accademia Pavese, Luca Bargiggia: “Dobbiamo continuare a fare punti. Contento per i due gol con Club Milano e Gavirate”
Si è raccontato ai nostri microfoni il centrocampista dell’Accademia Pavese Luca Bargiggia. Il classe ’96 è tornato in Italia nell’estate del 2019, dopo un esperienza tra campo e studio negli Stati Uniti e oggi dopo essere passato da Arezzo, Pavia, Rapallo e Codogno rappresenta i colori della formazione allenata da mister Gaudio. L’obiettivo salvezza sembra arrivare, anche se le prossime sfide da qui alla sosta del 9 aprile saranno decisive per quanto riguarda il finale di stagione.
Luca, buon momento per voi in campionato, dove con due vittorie con Muggiò e Gavirate siete riusciti a raggiungere quota 34 e a portarvi in nona posizione insieme a Vergiatese e Sestese.
“Veniamo da un periodo in cui abbiamo fatto due vittorie, poi due sconfitte in mezzo e poi due vittorie ancora. Stiamo andando bene, anche perché sotto di noi fanno tanti punti, quindi siamo costretti anche noi a farli. È sicuramente una vittoria importante per la salvezza, siamo noni a pari punti con la Vergiatese e la Sestese. Gli ultimi sei punti pesano tanto e adesso abbiamo un calendario pieno di scontri contro squadre sotto di noi, quindi è comunque un buon calendario”.
Tu sei riuscito a segnare ancora, tra l’altro è il secondo gol stagionale con l’Accademia Pavese ed entrambi sono arrivati in occasione di due vittorie. Prima contro il Club Milano e poi nell’ultima giornata contro il Gavirate.
“Si, tra l’altro tutti e due i gol nella stessa porta. Sono contento perché non conto tante reti segnate, l’anno scorso ne ho fatte due e quindi quando posso andare più avanti se viene il gol ancora meglio. Entrambi sono importanti, perché hanno contribuito ai tre punti sia con il Club Milano che con il Gavirate”.
Tu sei arrivato qui durante il mercato di riparazione, dopo che nella prima parte dell’anno non eri riuscito a ritagliarti il tuo spazio nel girone C di Eccellenza con il Codogno. All’Accademia Pavese hai già collezionato 10 presenze, delle quali 9 da titolare.
“Appena sono arrivato a Codogno ho giocato, mentre poi il nuovo mister ha fatto scelte diverse, quindi ho dovuto cambiare squadra. All’Accademia io mi sono trovato bene fin dal primo momento, la conoscevo come società, ma non ci avevo mai giocato. Quando sono arrivato l’obiettivo era ovviamente la salvezza e farlo nel miglior modo possibile, quindi mi sono calato subito nella parte. L’anno scorso con il Pavia ci siamo salvati ai play-out, quindi già un anno in quelle condizioni di classifica l’avevo fatto e sono stato subito stimolato a uscirne”.
Guardando il calendario, da qui alle prossime 4 giornate, come hai anticipato prima, ci saranno diversi scontri contro formazioni che in questo momento vi siete messe dietro. È l’occasione per raggiungere una quota salvezza definitiva prima di Pasqua e magari togliervi lo sfizio di puntare a qualche posizione in più?
“Ogni partita per noi è una finale e speriamo di accumulare più punti possibili, noi vogliamo sempre vincere. Il calendario ci mette di fronte squadre vicine o sotto di noi, quindi dobbiamo darci da fare. Io guardo sempre sotto, perché basta sbagliare una o due partite e ti ritrovi in una difficile situazione di classifica. Dall’altro lato se invece guardiamo su, siamo consapevoli che facendo qualche risultato positivo ancora, avremmo tutto il diritto di pensare al 7° posto”.
Durante la tua carriera da calciatore hai avuto anche una parentesi negli Stati Uniti, dove hai giocato nella squadra della Keiser University Seahawks. Che ricordo ha di quei due anni tra il 2017 e il 2019?
“È stata un’esperienza incredibile per me. Sono stato in un college negli Stati Uniti e ho affrontato il campionato di calcio universitario. Il livello è buono, perché si incontrano tanti ragazzi dall’Europa e dal Sudamerica con un passato giovanile importante. È una bella esperienza che io consiglio a molti ragazzi, perché hai l’opportunità di studiare e giocare a calcio contemporaneamente. Prima sei uno studente poi un giocatore, ognuno per lo sport che sceglie e in ogni caso bisogna studiare, altrimenti poi non puoi giocare. È una cosa che ti fa rendere sotto entrambi gli aspetti. Mi ricordo che il primo anno abbiamo fatto le fasi finali e ci siamo ritrovati a giocare anche negli altri stati. Il tipo di calcio è molto diverso dal nostro, perché non c’è la tattica e allenano in particolare la forza”.
Poi sei ritornato in Italia e prima di arrivare a Pavia sei passato dall’Arezzo.
“Sono stato all’Arezzo nell’anno della pandemia, quindi nel 2019/2020. A gennaio sono stato cercato dal Pavia, dove poi sono andato al termine di quella stagione. Nel 2020/2021 ho fatto il mini-campionato di Eccellenza e sono rimasto lì fino alla passata stagione”.
Cosa cambia tra giocare per la salvezza in un contesto come quello di Pavia, rispetto a lottare per lo stesso obiettivo con l’Accademia Pavese?
“Con l’Accademia Pavese l’obiettivo salvezza è definito da inizio anno, mentre a Pavia è stato un obiettivo che si è trasformato rispetto a quello iniziale di vincere il campionato. Mentalmente è stata una stagione veramente complicata, anche se per me personalmente positiva perché in campo ho sempre dato il massimo. A Pavia c’è una pressione diversa, perché ogni anno giustamente provano a tornare su e raggiungere categorie superiori in cui sono sempre stati. È giusto che ci sia quel tipo di pressione”.
Christian Spada