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Calvairate, Tommaso Conte tra calcio e la sua vita fuori dal campo: “Il mister è stato un bravo gestore in questi mesi. Extra-campo? Mi piace conoscere e raccontare le esperienze delle persone”

Tommaso Conte, centrocampista classe 2000, suona la carica dopo le due reti in campionato che hanno contribuito al momentaneo cambio di rotta del Calvairate. La squadra di mister Raspelli è attesa ora da tre sfide sulla carta complicate, prima di affrontare Vis Nova e Accademia Pavese. Conte però è fiducioso in vista dei prossimi impegni che accompagneranno la squadra da qui al 26 marzo. Non solo sul campo, il classe 2000 è anche impegnato fuori dal rettangolo di gioco con diversi progetti e tanta voglia di raccontare le persone e la città di Milano.

In campionato arrivi da due gol importantissimi nelle ultime due giornate. Come ti senti e come stai vivendo questo momento?

“Sono importanti perché ci mancava da novembre la vittoria e la classifica non ci aiutava. Abbiamo fatto un filotto di pareggi e sconfitte senza mai vincere, che contro le grandi ci può stare, ma negli scontri diretti ci hanno un po’ tagliato le gambe. Quindi con il Magenta, sotto 2-0, ho trovato il mio primo gol che ha portato poi al pareggio di Sow all’89’ e quello ci ha dato una bella carica nell’andare ad affrontare poi la Sestese. Domenica scorsa abbiamo dovuto cercare la reazione dopo lo svantaggio iniziale, ho trovato gol da palla inattiva e la rete di Zingari ci ha portato i tre punti e una serenità che ci mancava da un po’.

Nelle prossime giornate avrete Oltrepo’, Pavia e Club Milano, prima di due scontri diretti con Vis Nova e Accademia Pavese. Quanti punti volete fare nelle prossime tre gare?

“Con l’Oltrepo’ abbiamo poco da perdere, ma andremo lì a combattere. Poi Pavia e Club Milano completeranno un filotto in cui dobbiamo giocare in modo umile, lottare su ogni pallone e cercare di portare a casa il massimo da queste tre partite. Io non vado mai in campo sperando di pareggiare o di perdere, per questo spero almeno di non perderne nessuna e vincerne almeno una o due”.

Con il mister che rapporto avete, visto che avete vissuto un lungo periodo di difficoltà e cosa può non avere funzionato secondo te? Può essere più una questione mentale, che lo dimostrano anche le volte in cui siete andati in vantaggio, ma poi siete stati rimontati?

“Sicuramente c’è una questione mentale dietro, che è l’aspetto più difficile da risolvere, perché se fosse una questione tattica basterebbe cambiare modulo o tentare delle soluzioni alternative. Essendoci stati degli episodi, come quello in casa con la Vergiatese, in cui eravamo in vantaggio 2-0 all’85’ e poi ci hanno segnato due gol pareggiando la partita, ecco che in quei casi ci sono state tagliate le gambe e penso che la forza del gruppo sia stata quella di andare al massimo in allenamento sempre e comunque. Il nostro peggior incubo era quello di non capire come mai i risultati alla domenica non rispecchiassero il lavoro fatto in settimana. Il mister è stato un bravo gestore perché ha sempre cercato di guardare ai punti positivi della situazione ricordandoci di fare bene in allenamento e di mantenere l’attenzione alta, non solo la domenica, ma anche in settimana. Ha anche mantenuto la calma nei momenti in cui la società avrebbe potuto pensare di fare scelte diverse”.

In alcune situazioni potevate attaccare un po’ di più l’avversario e osare maggiormente? Un esempio di reazione può essere il secondo tempo a Magenta.

“Quello è appunto il problema mentale. Quando non abbiamo niente da perdere la squadra tira fuori gli attributi, mentre nei momenti in cui ce la siamo dovuta giocare abbiamo fatto più fatica”.

Pensando invece a un centrocampista al quale ti potresti paragonare, chi sceglieresti?

“Il mio preferito in assoluto è Busquets, ma io non ho niente di lui quindi dico che vorrei essere come Tonali, che fa entrambe le fasi molto bene, in più sono milanista”.

Passando invece alla tua vita fuori dal campo, raccontaci ciò di cui ti occupi, tutto è iniziato da un podcast durante la pandemia, dal quale poi ti sei spostato anche su altre due direzioni.

“Innanzitutto lavoro con il comico Germano Lanzoni. Lo avevo invitato al mio podcast che si chiama Ti amo voce di Milano e la partecipazione gli aveva fatto molto piacere e da quel momento mi ha chiesto di lavorare con lui. In più da quest’anno sono diventato volto di Milano Says, pagina Instagram che pubblica contenuti sui social e che parla di Milano in modo verticale. È un opportunità che mi sta facendo entrare in contatto con molte persone del mondo dello spettacolo. Tramite il mio podcast indipendente si sono dunque generati questi due trampolini. Il podcast è iniziato appunto in pandemia e si tratta di un progetto che vuole parlare con persone che vivono Milano per studio, lavoro o come città per esprimersi, quindi non necessariamente nate qui e ci sono puntate su giovani che desiderano emergere e altre su realtà esistenti come Germano Lanzoni o Niccolò Zanellato, che tramite la loro esperienza potessero aiutare chiunque, in primis noi. Tutto è nato dal pensiero di voler conoscere persone in grado di insegnarmi qualcosa e quindi di trasmetterlo agli altri”.

Christian Spada

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