
Eccellenza | Danilo Tricarico si gode l’alloro: “Mi sentivo come Toto Cutugno, ora vogliamo il campionato”
Sole, neve, aria fresca e soprattutto la propria famiglia, Danilo Tricarico dopo la vittoria della Coppa Italia Eccellenza si è concesso qualche giorno di riposo. Giusto ricaricare le pile, in vista della seconda parte della stagione. Giusto prendersi un momento per sé e godersi l’alloro. Il primo vero successo da allenatore senior, portando la Casatese sul gradino più alto dopo che i biancorossi avevano perso la finale dello scorso anno.
Corsi, ricorsi, e quella montagna che torna sempre!
«La mattina della partita mi è comparso un ricordo su Facebook della finale di quattro anni prima tra Varesina e Bustese (quella vinta dai granata con doppietta di Anzano, nda). Anche in quel caso chiesi alla mia compagna Maria Pia di posticipare di un giorno la partenza per la montagna. Era un evento unico, sugli spalti del Chinetti pensavo a quanto potesse essere bello arrivare a giocarsi una finale». Dopo quattro anni, Danilo Tricarico ci è arrivato. Nel frattempo era tornato il Chinetti, ricordo non tanto positivo visto l’esonero dello scorso anno. Ora la rivalsa, con tanto di aneddoto: «Anche quest’anno avevamo prenotato le vacanze con largo anticipo. Saremmo dovuti partire sabato, anche perché nel mio passato non ho mai superato il primo turno di Coppa». E invece… Un giorno perso ma una Coppa vinta, e ora il relax insieme ai figli Niccolò ed Adele. Che forse, insieme a mamma Maria Pia, avranno tirato un sospiro di sollievo al gol di Berberi. Che ha evitato i supplementari, a cos’altro pensate?
Quel Toto Cutugno… raggiunto e da superare!
Settore giovanile da allenatore sulle panchine di Accademia Inter e Rhodense. Campionati al vertice e ricordi in chiaroscuro. Due campionati vinti all’Accademia ma anche il ricordo del 12 maggio, quando tutte le squadre dell’Accademia Inter uscirono sconfitte. «C’era ancora Carlo (Della Corna, compianto allenatore prematuramente scomparso un anno e mezzo fa, nda), un pensiero sabato dopo la finale è andato anche a lui». Poi la Rhodense con Allievi Regionali (campionato vinto poi ko in semifinale con il Pogliano) e il grande passo nel mondo dei grandi. Ascesa in Eccellenza, sì, ma tramite i playoff. Poi la sconfitta in finale playoff sulla panchina del Busto 81 dopo essere arrivato secondo. «Mi sentivo il Toto Cutugno della panchina, a furia di piazzamenti», la battuta in riferimento ai sei secondi posti a Sanremo. La vittoria di domenica mette tecnico e artista sullo stesso piano in quanto a vittorie. Ma il tempo per allungare c’è. Eccome!
“Sempre avuto consapevolezza dei nostri mezzi”
La vittoria suona anche come sollievo per la Casatese. Ko lo scorso anno per mano del Varese, i lecchesi hanno saputo riscattarsi dodici mesi dopo. «Ma siamo riusciti ad isolarci da eventuali pressioni che magari il presidente Sassella o il direttore Viganò potevano avere. Quel che più mi è piaciuto è stato vedere la loro soddisfazione durante la festa finale, quando abbiamo alzato al cielo la Coppa», spiega Tricarico. Che, ora, pensa già al campionato. «Eravamo un gruppo completamente nuovo, era normale ci volesse un po’ di tempo per conoscerci e amalgamarci. Ho sempre avuto la consapevolezza nei miei ragazzi, penso l’abbiamo dimostrato in finale sbagliando un rigore e creando tanto». In attesa della fase nazionale, testa sul campionato. Dove la Vis Nova sta tenendo un ritmo indiavolato. «Ma anche in questo caso, senza presunzione, sono convinto che ce la giocheremo fino alla fine». Dopo aver ricaricato le pile. E con la forza ulteriore che famiglia e medaglia d’oro (portata, ovviamente, in montagna) possono dare.
Paolo Andrea Zerbi