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Eccellenza | Davide Sinigaglia gol e rinascita, il Samurai e quella passione che non muore mai

Se ti chiami Davide Sinigaglia il gol ce l’hai nel sangue. Così, il primo gol su azione (in campionato) suona come liberazione per l’attaccante classe 1981, che ha contributo al ritorno alla vittoria della sua Ardor Lazzate. «Liberazione per me e ripartenza per la squadra. A fine partita i miei compagni erano contenti per me, ma ho detto loro che ero felice soprattutto per i tre punti. Ovvio, c’è bisogno anche dei miei gol per riportare in alto l’Ardor Lazzate». Partita a rilento e attesa ora a novembre da un vero e proprio tour de force: «Contro la Varesina vogliamo dare continuità, giocando con lo stesso piglio di domenica. E poi le semifinali di Coppa Italia. Vogliamo giocarci le nostre carte».

 

L’Inter, le Nazionali giovanili e quel gol con l’Atalanta…

La carriera di Davide Sinigaglia è iniziata col botto. Settore giovanile Inter con tanto di aggregamento agli allenamenti della prima squadra: «Al fianco di giocatori come Ronaldo, Zamorano, Baggio. Imparare? Altroché, c’era da sgranarsi gli occhi». E nel frattempo la trafila delle nazionali giovanili, con compagni come Cassano, Gilardino, Blasi, Donati. Poi la grande opportunità in Serie A, con la maglia dell’Atalanta. Condita con un gol sotto la curva dei tifosi della Dea: «Un’emozione indelebile segnare sotto i tifosi nella mia prima partita da titolare in campionato». Con tanto di capriola come esultanza: «Spontanea, l’avevo sempre fatta fin da bambino. Con il passare degli anni ho capito che avrei fatto sempre più fatica a riproporla».

 

A Terni diventa Samurai, nel bresciano ci lascia il cuore

La parentesi con l’Atalanta resterà l’unica opportunità nel massimo campionato. Poi un girovagare continuo per l’Italia. Con tre tappe fondamentali. La prima Lumezzane: «Mi ha lanciato definitivamente e sono rimasto sentimentalmente legato a questa terra visto che la mia compagna è bresciana». Poi il Monza: «Ho vestito biancorosso per due annate diverse e sono stati due anni molto positivi e prolifici». Infine, Terni e la Ternana: «Sicuramente il ricordo più bello. Sono arrivato dopo la retrocessione in C2, siamo stati ripescati in estate e abbiamo vinto il campionato salendo in Serie B». E proprio allo stadio Liberati di Terni nacque per Davide Sinigaglia il soprannome Samurai: «Lo speaker dello stadio aveva deciso di dare un soprannome a ogni giocatore. A quei tempi avevo i capelli legati con il codino e venne facile chiamarmi così. Mi è sempre piaciuto molto».

 

La passione che non muore mai

A 38 anni, Davide Sinigaglia non smette di correre dietro a un pallone. «La passione è sempre la stessa. E poi la voglia di misurarsi ancora con ragazzi che hanno vent’anni meno di me. Se perdo mi arrabbio ancora, vuol dire che ci tengo e che non voglio affatto smettere». Cercando di portare più in alto possibile l’Ardor Lazzate, sia in campionato che in Coppa. A suon di gol, magari riproponendo quella capriola che nel 2005 fece letteralmente esplodere l’Atleti Azzurri d’Italia.

Paolo Andrea Zerbi

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