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Serie D – Folgore Caratese, è sentenza di condanna. In attesa dell’appello

Un pareggio estremamente doloroso quello di domenica per la Folgore Caratese. L’1-1 di Borgosesia ha il sapore di condanna per gli uomini di Emilio Longo, ripresi da Lorenzo Iannacone dopo il vantaggio iniziale di Briant Gioè.

La partita

Innanzitutto, la partita. Ancora una volta i biancoazzurri non hanno saputo capitalizzare le occasioni create, mostrando un buon gioco, e incassando una rete evitabile, con tutta la retroguardia tagliata fuori dal cross dalla trequarti di Giovanni Silvestri per il taglio del compagno.

Quindi la classifica, che dopo 24 gare dice 32 punti, otto in meno di Casale e Ligorna, che occupano le ultime due posizioni valide per i playoff. Una condanna? Quasi, con sentenza di appello però, che passerà nelle prossime tre gare. Inveruno in casa, Ligorna in trasferta e Casale a Verano Brianza: tre scontri diretti tre, in cui tutto può essere riaperto. Ma con la vittoria, non proprio un’abitudine per chi ha sorriso solo una volta nelle ultime cinque uscite.

Le parole di Emilio Longo

La lettura di Emilio Longo è questa: «Era la terza partita di una settimana. Siamo partiti molto bene, l’errore è stato quello di decellerare nel momento migliore, abbassando il baricentro dopo il gol. Hanno pareggiato giustamente sul nostro unico errore».

E la classifica piange: «La matematica non ci dà per spacciati. Tiriamo le somme alla fine, lì e solo lì faremo ogni valutazione. C’è il rammarico, non sono entusiasta ovviamente per il risultato, ma siamo ancora in corsa».

Problematiche chiare, ma al tempo stesso difficili da risolvere:  «Stiamo raccogliendo meno di quello che avremmo meritato. Lavoriamo, e settimana prossima proviamo a costruire in casa una vittoria per accorciare verso l’alto».

E non si parli della comunque pesante assenza di Giuseppe Cacciatore: «In fase di gestione può dare il suo contributo, ma non abbiamo sofferto così tanto per recriminare la sua assenza. Chi c’era ha provato a dare il suo contributo».

Le parole del ds Mimmo Cicciù

Mercoledì è ripartita la preparazione in vista della gara cruciale con l’Inveruno. Così il ds Mimmo Cicciù: «Speriamo di recuperare gli assenti. C’è stato un virus intestinale che ci ha privato di quattro/cinque giocatori. Domenica affrontiamo una squadra importante che ci precede. Speriamo di recuperare tutti e giocarcela».

La nostra analisi

Resta comunque la necessità di un primo giudizio a questo punto della stagione. La Folgore Caratese ha optato per un mercato robusto in estate, creando un’ossatura di squadra per centrocampo e difesa, e scommettendo sul rilancio di Briant Gioè in attacco. Investimenti importanti, non paragonabili a quelli di una Calcio Lecco certo, ma certamente idonei all’obiettivo stagionale: i playoff.

In tutto questo, l’errore originale: la conferma di un tecnico che aveva già esaurito il suo credito nella stagione passata. Partire con Sandro Siciliano è stato come prolungare l’agonia di un rapporto più che compromesso, infatti concluso alla terza giornata dopo l’1-1 di Arconate.

In quel momento, ecco l’intervento di Michele Criscitiello, con la scelta di un tecnico conosciuto, stimato, aderente alle sue idee di calcio. Un nome voluto e cercato (Sandro Siciliano arrivo al seguito del ds Mimmo Cicciù, ndr), e messo subito nelle condizioni di lavorare con il giusto clima.

E’ cambiato qualcosa?

E’ cambiato qualcosa? Guardando i risultati, non sembrerebbe. Nelle 21 giornate di gestione Longo la Folgore Caratese ha raccolto 29 punti, per un ottavo posto nella classifica dedicata. Il che significa 23 punti in meno del Lecco, 16 dell’Unione Sanremo, 7 del Casale, 5 di Savona e Inveruno, 3 del Chieri e 2 del Ligorna.

E non si parli di pressione ambientale… Il presidente Michele Criscitiello ha più volte ribadito la vicinanza alla squadra, la stima per tutti i giocatori in rosa, la piena empatia con ogni tesserato, il sostegno al lavoro di un tecnico che aveva alzato il tasso di professionalità e produzione di gioco. Il tutto anche creando un ambiente ad hoc, spostandosi dai silenzi di Carate Brianza al maggior coinvolgimento del catino di Verano Brianza.

Eppure, anche quest’anno, qualcosa non ha funzionato. Questa la condanna, nelle prossime tre gare la sentenza d’appello.

Alessandro Luigi Maggi

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