
Eccellenza | Giacomo Bilello e un Pavia “Made in Sud”: «Siamo forti, sogno di tornare al Fortunati»
Quando si vedono gol come quello di Giacomo Bilello viene normale schiacciare il tasto “Repeat”. E poi pigiarlo ancora. E poi ancora! Perché soprattutto in una categoria come l’Eccellenza non ci si stanca mai di vedere un eurogol come quello segnato dal centrocampista classe 1995 in forza al Pavia. «Era un momento della gara molto confuso, ma quando ho recuperato il pallone la prima e unica intenzione è stata quella di calciare in porta». Idee chiare quelle di Giacomo Bilello che, giustamente, si prende i meriti: «C’è stata un po’ di fortuna, lo ammetto, ma l’intenzione c’era e il gol è voluto al cento per cento». Cineteca e applausi. E anche molteplici reazioni come quella del compagno Samina: «Quasi mi mettevo a ridere quando si è messo in ginocchio, impressionato dal gol che avevo fatto».
Gol con dedica e… un pensiero a mamma e papà
Martina Franca, Taranto e Campofranco. Passando poi per Luzzese, Paolana e Mazara. Vien da chiedersi “E che ci fai a Pavia?”. «Il direttore sportivo che avevo a Martina Franca è amico di Ettore Menicucci (attuale direttore dell’area tecnica a Pavia). Nella mia testa avevo già la volontà di provare un’esperienza al nord e devo dire che mi sto trovando benissimo». Ma come i brasiliani posso avere la “saudade”, anche un palermitano purosangue può avere un po’ di nostalgia di casa. «C’è sempre, ma non è la prima volta che gioco lontano da casa. Sono abituato. La cosa bella è che domenica ho potuto dedicare il mio gol alla mia fidanzata Roberta che era a vedere la partita. E grazie alle riprese anche i miei parenti erano al settimo cielo. Il primo pensiero è andato a papà Daniele e mamma Dora, da sempre i miei primi tifosi».
Siamo forti, abbiamo creato una famiglia di nome Pavia
Ora, però, l’unico pensiero di Giacomo Bilello è rivolto al Pavia. E il 4 agosto, la data del primo giorno di ritiro, sembra così lontano se si pensano ai tanti interrogativi trasformati in punti esclamativi. «Era una squadra creata dal nulla, ma con molta umiltà siamo riusciti a creare un gruppo fantastico. Molte persone sono del sud come me, abbiamo formato una famiglia. Anche la società ci sta vicino, ora dobbiamo soltanto dimostrare in campo il nostro valore. Perché la maglia che abbiamo addosso è speciale». E così, ora, Pavia può sognare in grande: «Il progetto è importante, il presidente è sempre presente ed è una persona seria. Le voci che giravano sono tutte falsità. Per il momento sembra come se fossimo in Serie A».
Il grande sogno? Tornare al Fortunati
«La città è uno po’ delusa per il fatto che giochiamo lontano da Pavia, ma piano piano sta tornando l’entusiasmo». Giacomo Bilello d’altronde sa bene come uno stadio che ha visto palcoscenici da professionismo possa essere ulteriore traino: «Ho giocato a Taranto, con circa diecimila persone sugli spalti ogni domenica. Di tifo ne so qualcosa, per questo spero che si possa tornare il più presto possibile al Fortunati. Il Pavia è della città di Pavia, non vediamo l’ora di tornare a giocare al Fortunati. Nel frattempo, continueremo a lavorare per vincere più partite possibili». Magari con altri eurogol: «Sarebbe un di più. Non è il gol che mi fa prendere fiducia ma i risultati di squadra. Poi certo, se domenica vedo il pallone giusto…».
Paolo Andrea Zerbi