In occasione della sesta puntata di B-Woman è intervenuta la calciatrice Valentina Soggiu: classe 2003 in forza all’H&D Chievo Women. La giovane giocatrice ha iniziato come centrocampista, poi un giorno è andata in porta e da lì si è innamorata di quel ruolo, forse anche per genetica: il padre giocava in Serie C. Soggiu è […]

In occasione della sesta puntata di B-Woman è intervenuta la calciatrice Valentina Soggiu: classe 2003 in forza all’H&D Chievo Women. La giovane giocatrice ha iniziato come centrocampista, poi un giorno è andata in porta e da lì si è innamorata di quel ruolo, forse anche per genetica: il padre giocava in Serie C. Soggiu è cresciuta nel settore giovanile della Juventus e lì ha vissuto a stretto contatto con calciatrici che hanno fatto la storia del club bianconero e della Nazionale. Con le giovanili ha vinto uno scudetto Under 17, due tornei di Viareggio e una Supercoppa. Lo scorso anno ha vissuto una stagione travagliata con la Sampdoria, complici motivi societari. A settembre è passata a parametro zero alla Roma, che l’ha mandata in prestito all’H&D Chievo Women, dove, Soggiu sta vivendo un’ottima stagione tra i pali del club scaligero.

 

La stagione attuale

“Adesso sta andando bene, forse meglio di quello che mi aspettavo. Mi sto trovando molto bene con le compagne, con lo staff. Essendo sempre stata in Serie A, avevo molta paura di venire in B soprattutto per le storie che si sentivano in giro. Invece venendo qui ho visto che anche la Serie B sta crescendo. Stiamo facendo bene come squadra, siamo tutte nuove: all’inizio c’erano difficoltà a giocare perché non ci conoscevamo. Adesso si sta vedendo che ci stiamo conoscendo: siamo un gran gruppo. Facciamo la corda in più per la compagna, siamo un grande gruppo.”

Le idee innovative di Mister Ulderici

“Diciamo che l’ideale del mister è non avere schemi: se sei brava a giocare lo sei ovunque con qualsiasi schema. Ci stiamo abituando a questo perché non molti mister hanno idee così aperte. Secondo me la stiamo interpretando bene: indipendentemente da chi abbiamo davanti. Ci stiamo adattando alle richieste del mister e anche lui ci sta facendo i complimenti: vogliamo dettare noi il gioco. Io sarò di parte ma per me Robi (Picchi n.d.r) è una presenza importante sia a livello fisico che mentale. Robi è una giocatrice a 360°.”

Il divario Serie A e Serie B

“Quella che mi ha messo più in difficoltà è Gago: l’avevi già incontrata in Serie A, ma in Serie B spicca ancora di più per velocità, fisicità e tiro. Il livello Serie A e B è differente: velocità passaggi o potenza tiri cambiano. Io fatico ancora ad arrivare a centrocampo quando rinvio, mentre in Serie A quasi nessuno. La mentalità è l’unica cosa in cui non c’è divario: perché anche in B c’è una mentalità da professioniste. Se teniamo le giovani in Serie A in panchina e nessuna viene in B a giocare è difficile che il livello salga. Bisogna vedere se la Serie A si aprirà mentalmente permettendo alla Serie B di alzare il livello.”

 

Le difficoltà delle società

“Sono al corrente dei problemi in generale delle società: mi dispiace perché la Serie B vorrebbe  passare come quella professionistica. Vorrebbero un certo atteggiamento dalle giocatrici, ma la società fa fatica. Noi diamo sempre il 100% ed è brutto vedere che la società faccia fatica. Da piccola alla Juve non ero al corrente di questi problemi, con la Samp già l’anno scorso ho affrontato dei problemi. Mi dispiace vedere che nonostante le società mettano il 100% non sia abbastanza per diventare professionisti.”

 

Le giocatrici vengono ascoltate?

“Secondo me l’esempio è Sara Gama: atleta-voce. Io  in questa società mi sento molto ascoltata: quando ho un prblema ne parlo con la team manager, con il mister. L’esempio più eclatante è Sara Gama, con cui mi sono anche allenata: lei sta dando valori ed è un esempio. Piano piano se la gente cambia mentalità possiamo fare qualcosa.”

L’avvicinamento al ruolo del portiere

“Io sono partita centrocampista, poi in una partita mancava il portiere io ero più alta dei miei compagni e sono andata in porta. In quella partita c’era un osservatore della Juve e mi hanno preso come portiere. Da lì mi sono innamorata di quel ruolo, forse per genetica perché mio papà faceva il portiere in Serie C. Mi dà tanti consigli: è il mio primo tifoso, ma anche il primo critico. Vede tutto: ogni piccolo particolare, però gli voglio bene.”

Foto: H&D Chievo Women

Asia Di Palma

18 Marzo 2024

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