
Luparense, Matthias Solerio: uomo partita e gol in rovesciata che vale tre punti importantissimi. C’è di meglio?
L’intervista a Matthias Solerio, difensore classe ’92 della Luparense e autore di un gol in rovesciata sensazionale che domenica, al ventunesimo, ha deciso il match casalingo contro il Montebelluna. Tre punti importantissimi che risollevano i lupi da un periodo di magre soddisfazioni e che danno la giusta carica per la prossima trasferta di domenica contro l’Union Clodiense, dove servirà una grande prova di carattere per dare conferma di un equilibrio finalmente consolidato.
Quanto pesa questo gol e, soprattutto, questi tre punti conquistati in un momento non particolarmente proficuo per la squadra visto che, da novembre, le partite portate a casa a punteggio pieno sono state solo due (esclusa quella di domenica)?
“A novembre c’erano i presupposti per far bene perché abbiamo chiuso ottobre con tre vittorie consecutive, ma poi le cose non sono andate come speravamo. Il gol pesa tanto, ma più del gol questi tre punti sono fondamentali proprio perché siamo in una fase delicata della stagione e quindi portare a casa risultati positivi è indispensabile, anche in vista del prossimo scontro”.
Con quella di questa giornata raggiungi quota due reti, senza contare quella annullata contro il Cjarlins Muzane. È una prestazione che ti trasmette maggiore fiducia da cui ripartire con ancora più grinta?
“I gol sicuramente trasmettono fiducia e positività a livello personale, ma per me la cosa più importante è che il risultato positivo che abbiamo portato a casa consenta alla squadra di continuare spingendo al massimo. La grinta forse non mi è mai mancata, perché se sono arrivato a certi livelli è soprattutto grazie alla testa e alla voglia di fare che mi hanno contraddistinto sin da piccolo. Quello di domenica deve essere per noi un punto di partenza per riprendere in mano un’annata un po’ annebbiata”.
I presupposti di inizio stagione vi vedevano, infatti, tra le candidate a lottare ai vertici. Attualmente siete al 7° posto a 29 punti insieme a Dolomiti Bellunesi ed esattamente a 10 punti dal Legnago primo in classifica: cosa è mancato fino a oggi per non rendere quanto avreste potuto?
“Non è facile capire cosa ci è mancato e dove avremmo potuto far meglio. Posso dire che, forse, essendo una squadra nuova (rispetto all’anno scorso sono rimasti solo due giocatori), ci è servito un po’ di tempo per trovare il nostro equilibrio e sono tempistiche che variano in ogni squadra. Ci è mancata quella confidenza a livello di gruppo e credo che noi vecchi dovessimo dare qualcosa in più per crearla in maniera più veloce. Spero che dopo le ottime prestazioni con il Cjarlins (forse l’unica partita che non meritavamo di perdere) e il Montebelluna si sia raggiunto un equilibrio che prima mancava”.
Dalla posizione di centrale a cui eravamo abituati a vederti, ultimamente sei passato sulla fascia sinistra tornando un po’ alle origini, visto che nasci terzino. È un cambiamento che, avendo dato risultati positivi, vorresti mantenere?
“Io non ho preferenze e mi adeguo alle esigenze del mister. Mi piace giocare da centrale, ma anche da quinto, quarto o terzo di difesa. Sono nato come terzino di spinta, quindi sono poco difensivo e mi piace molto attaccare, ma mi fido delle scelte dell’allenatore e mi adeguo a quelle che ritiene più giusto per la squadra”.
Mentre tu eri in campo a svoltare la partita, a Pistoia si disputava un altro big match tra due squadre che tu conosci molto bene, perché ex di entrambe: Pistoiese e Giana. Che ricordi hai quando pensi a queste due tappe della tua carriera?
“Pensando ai ricordi ne ho tanti positivi, ma ne ho anche qualcuno negativo. Alla Giana ho conosciuto persone fantastiche, costruendo rapporti umani bellissimi che coltivo ancora oggi. Ci sono stati però anche momenti meno belli come quello della retrocessione, che è stato difficile da mandar giù. Stesso discorso vale per la Pistoiese, dove in egual modo ho avuto la fortuna di farmi tantissimi amici, primo fra tutti Francesco Valiani, ma, allo stesso tempo, ho vissuto momenti difficili legati soprattutto al mio infortunio pubalgico, che mi ha tenuto fermo praticamente un anno. Tra le altre cose, non poter dare il mio contributo e aiutare la squadra, poi retrocessa, mi è pesato tanto”.
Domenica prossima ci sarà il big match Clodiense-Luparense: qual è l’approccio migliore con cui affrontare una partita così importante?
“La Clodiense è una corazzata e non sarà facile. L’approccio migliore è quello di non sottovalutare nulla e affrontare la gara con la stessa mentalità che abbiamo avuto contro il Cjarlins e il Montebelluna, seguendo alla lettera ogni indicazione del mister. Possiamo giocarcela e spero sia una bella partita, sicuramente questa settimana la prepareremo al meglio delle nostre capacità”.
Marta Baroni