
Riforma dello Sport, l’Area Nord dice no: contestati vincolo sportivo e gestione separata all’INPS
In un comunicato congiunto firmato da tutti i presidenti, i comitati regionali dell’Area Nord (Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Piemonte, Trentino-Alto Adige e Veneto) hanno voluto ribadire la loro ferma opposizione alla nuova riforma dello Sport voluta dal ministro Vincenzo Spadafora. «Intendiamo impegnarci in ogni sede di nostra competenza e in ogni legittimo modo per contribuire a costruire quella “diga in opposizione alla catastrofe” alla quale ha fatto riferimento il Presidente Cosimo Sibilia in relazione alla paventata riforma» si legge nella nota. I comitati della LND sostengono che le norme appena introdotte graverebbero troppo sulle società dilettantistiche. Sono due, in particolare, i punti di discussione, che secondo i presidenti metterebbero a rischio la sopravvivenza dei club: l’abolizione del vincolo sportivo e l’omologazione dei volontari sportivi, degli allenatori e dei calciatori dilettanti ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata dell’INPS.
Punti chiave
Per la Lega Nazionale Dilettanti, infatti, il vincolo è essenziale per consentire alle squadre di poter aver i giocatori sufficienti per l’iscrizione al campionato e incentivare i settori giovanili. La norma, infatti, prevede di vincolare i proprio giocatori dai 16 fino ai 24 anni. «Va altresì precisato – spiega l’Area Nord – che la LND, nell’ambito della FIGC, ha già in passato superato situazioni incongrue rispetto al vincolo sportivo liberamente assunto, abolendo quello “a vita” e limitandone la durata massima fino al compimento dei 25 anni di età, abbassandolo da questa stagione addirittura a 24 anni. Quindi mai la LND si è sottratta al confronto nel merito, ma devastante e quindi inaccettabile risulta essere il provvedimento di Legge del ministro Spadafora». Ai presidenti non va giù neanche l’iscrizione all’INPS che di fatto obbliga tutti i volontari ad aderire all’INAIL. L’Area Nord si rivolge quindi ai referenti politici regionali per impedire l’approvazione di una riforma che «metterebbe a carico del volontariato sportivo un fardello economico e burocratico insopportabile, costringendo all’estinzione migliaia di Associazioni sportive di base».