Proprio in questi istanti durante Chiacchere da Minors in diretta sul canale Youtube di Be.Pi TV ha detto la sua il direttore del Roma City. Il punto sul centro sportivo “Roma City è un posto da vedere, perché da lontano non ci si rende conto quanto è bello il nostro centro sportivo. Addirittura calciatori di […]

Proprio in questi istanti durante Chiacchere da Minors in diretta sul canale Youtube di Be.Pi TV ha detto la sua il direttore del Roma City.

Il punto sul centro sportivo

Roma City è un posto da vedere, perché da lontano non ci si rende conto quanto è bello il nostro centro sportivo. Addirittura calciatori di Serie A non se lo aspettavano così ben realizzato e fornito. Un fiore all’occhiello anche per la posizione in cui è situato. Noi abbiamo cinque campi in erba naturale, piscina olimpionica, idromassaggio, ristorante per i ragazzi, 40 posti letto e la palestra. C’è tutto quello che serve per fare calcio a livello di Serie A. Tutti i ragazzi più giovani, infatti, vivono nella struttura. Poi ci sono tre ragazzi che hanno famiglia ed in quel caso forniamo loro degli appartamenti in zona”.

Quanto lontano parte questo progetto?

Il nostro progetto era in cantiere da tanti anni, ma ha preso vita l’anno scorso. Da dicembre dell’anno passato la struttura è stata terminata in gran parte, il nostro presidente è così tanto ambizioso che vuole continuare ad ampliare il tutto. Ora non so fino a dove si vorrà spingere”.

Di cosa si occupa il presidente?

“Il nostro patron è sia nel campo della ristorazione che nel campo dell’immobiliare. Lui è italo-americano ed è andato via a 20 anni dal nostro paese e si è costruito da solo. Poi aveva un capriccio e voleva fare il calcio nella nostra terra e lo sta facendo anche in modo esagerato”.

Il progetto a che punto si trova?

La macchina è messa in moto da quest’anno, io penso che d’ora in poi si può soltanto crescere. Si è messa in moto anche perché a differenza dell’anno passato chiunque chiamo appena dico Roma City, sono tutti contenti. Logicamente si parla anche di calciatore di livello come Luca Di Renzo (che avevo chiamato anche l’anno prima). Quando si viene da noi e nella nostra struttura, quasi tutti restano a bocca aperta e questo ci facilita tanto il compito. Poi sappiamo che i giocatori fanno tanto passaparola e di conseguenza quando si parlano tra di loro non vedono l’ora di arrivare da noi, perché vengono trattati con i guanti bianchi (forse anche troppo)”.

In che senso forse anche troppo?

“Semplicemente perché abbiamo tante di quelle cose che le altre società di D si sognano. Abbiamo addirittura un ortopedico in società e due fisioterapisti, manca solo la sala operatoria (ride, ndr). Adesso il nostro patron sta facendo un’enorme palestra e delle suite per poter ospitare delle squadre di A che vengono a giocare all’Olimpico”.

Il girone F ha un fascino particolare quest’anno?

“Sono completamente d’accordo, in tanti anni da calciatore e poi da dirigente in Serie D io un girone come quello di quest’anno non l’avevo mai visto. Ci sono squadre come Samb e Campobasso di primissimo livello, ma anche tante altre società come Avezzano, Rieti. Tutte squadre che lottano per vincere il campionato. L’esempio più eloquente è quello dell’anno passato, dove il Senigallia era arrivato secondo ed ora con un team addirittura migliorato si trova sesto. Io un campionato con così tanta qualità non l’avevo mai visto”.

A livello di tifoseria siete in crescita?

Sta crescendo il numero di pubblico, anche se per il momento ci consentono solo 200 fans quando ne possiamo ospitare ben 3000. Stando a dieci kilometri da Roma, la gente potrà diventare più numerosa. Noi non arriveremo mai ai numeri delle piazze più importanti, perché non rappresentiamo un paese o una città. Si aspira a diventare una società importante di Roma, ma non si ambisce ad avere dei tifosi. Il nostro presidente ha per se solo tantissima passione, poteva prendere squadre importanti ma preferisce lavorare per conto suo senza incombere in contestazioni o decisioni che non piacciono. Il nostro progetto non è a scopo di lucro, basti pensare che il biglietto per le partite costava solamente cinque euro”.

Il settore giovanile?

“Il nostro settore giovanile è in zona, ma a partire dall’anno prossimo l’idea è quella di integrare anche i più giovani nel centro sportivo principale”.

Non essendoci rientro economico, se il presidente dovesse mai stancarsi, non c’è un po’ il rischio che il castello cada in pochissimo tempo?

“Il rischio c’è, perché se dovesse passare la passione al nostro presidente non so quante persone possono pensare di prendere o tenere in piedi un centro sportivo del genere. Al massimo si può cedere alle maggiori società di Roma: Roma e Lazio. Alla fine il progetto è di una persona sola e noi speriamo di non fargliela passare e soprattutto farla persistere nel tempo. Magari una volta nei professionisti, cercheremo anche di ampliare il nostro progetto ad altri investitori“.

Nicola Badursi

 

 

19 Marzo 2024

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