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Serie D | Achille Mazzoleni, più genio che sregolatezza sulla panchina della Castellanzese

L’Achille omerico era soprannominato piè veloce, ma aveva il tallone destro vulnerabile. Il nostro Achille, Mazzoleni, no. Piè veloce anche lui. Ma mancino. E proprio e soprattutto ai piedi (ma non solo) deve il suo buon destino, al contrario dell’eroe. L’ultima sfida è fresca, sulla panchina della Castellanzese. Il passato? Da rispolverare. Perchè racconta di un talento elegante e sfrontato al tempo stesso, di un carattere amabilmente allegro e nel contempo dirompentemente peperino.

Sgambetti a Milan e Inter

A vederlo quando si sgola e si sbraccia in panchina, ha l’aria del difensore dalla gomitata facile. Macchè: centrocampista vellutato. A Como esordisce in A contro il Milan fresco di Coppa dei Campioni con la Steaua Bucarest: in campo ci sono i vari Maldini, Baresi, Rijkaard, Ancelotti, Van Basten… E c’è anche lui. Che pareggia. Qualche anno dopo fa ancor meglio: a San Siro, in Coppa Italia, affronta l’Inter di Bergomi, Berti, Klinsmann… E segna la rete del 2-2 a Zenga.

Nei professionisti, Mazzoleni, farà più di 500 presenze e una trentina di gol. Soprattutto in Serie C e portando in B Como, Pistoiese e Cittadella. Una parentesi a Legnano, tanto Bassano, chiusura in D con Pizzighettone e MapelloBonate, sorprendendo infine tutti quelli che se lo ritrovano ancora in campo in Prima Categoria al Cortenova. Qualche mese prima, alla prima esperienza in panchina, aveva salvato in D proprio il Mapello.

Debutto con impresa 

Una salvezza ai playout contro il Gozzano. Partita memorabile visti i favori del pronostico tutti per i piemontesi. All’intervallo dei supplementari Mazzoleni si fa tutto il campo di corsa per accendere la tribuna: “Dai! Dai! Dai!”. Funziona. Ma questo e forse altro non va giù al collega Walter Viganò. A fine partita lo devono trattenere in tre perchè non si arrivi allo scontro. Mazzoleni sorride, porge la mano, sorride ancora.

Parentesi ad Oggiono in Eccellenza, ad Inveruno la “consacrazione”: calcio offensivo e con le bollicine, parecchie bollicine anche in panchina tra battute, scaramucce verbali e insomma è proprio difficile annoiarsi. Sfiora i playoff al secondo anno, mancati a causa del ko all’ultima di campionato con la Bustese che lo fa arrivare a pari merito con Caronnese e Gozzano: la classifica avulsa dice niet. Li centra però a Caronno.

Sere(g)no variabile… Castellanza

In estate accetta la proposta del Seregno: direttore tecnico. Direttore tecnico? Separazione quasi immediata. Allora lo si vede alle partite a stringere mani e prendere appunti. O dietro alla rete del campo dell’Osvaldo Zanetti, dove gioca il figlio, a palleggiare con qualche ragazzino incantando chi sa di calcio. Ed ora la nuova avventura sulla panchina della Castellanzese. L’esordio domenica, a porte chiuse, contro il Caravaggio di Marco Bolis. E’ stato il suo ultimo allenatore, è stato il tecnico che ha sostituito al MapelloBonate. Esordio a dir poco particolare, suo malgrado. Ma con Mazzoleni è così: la piatta normalità è bandita. Prendere o lasciare. Castellanza ha preso. E Achille è chiamato a fare l’Achille.

Luca Mignani

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