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Serie D | Pro… Pro… Proibito sognare? Non alla Pro Sesto

Pro Sesto e Serie C: aspirazione, poi missione, poi anche un po’ ossessione. E delusione: vinti i playoff col Mantova, niente domanda di ripescaggio. “Eh ma allora…”. Allora niente: Locatelli fa le cose per bene, recitava un vecchio spot. Vale anche per Sesto. Che quest’anno ha decisamente rilanciato la sfida.

Un decennio sulla carta, in pratica mille vite

Nel 2009-2010 la retrocessione nei dilettanti e il crack. Si riparte da Milos e Nava, si riparte con Jacopo Colombo (ci uniamo alle condoglianze per la scomparsa del padre, ndr) in attacco e Gabriele Albertini in mezzo. Si riparte vincendo la Promozione e l’Eccellenza nel segno di Giuliano Melosi. In D, le cose si complicano. La gestione Radici-Zangari è ambiziosa, ma arriverà anche un playout (vinto) col Caravaggio. Tanti allenatori: da Manari a Magoni, da Cortelazzi a Monaco, da Carbone a Delpiano in ordine sparso e solo per citarne alcuni. Arrivano fior fior di giocatori negli anni per la categoria: Battaglino, Spampatti, Cristofoli… Niente. Però la Pro è sempre lì. Sbaglia? Rimedia. E trova la continuità.

Una vecchia-nuova Pro, un vecchio-nuovo obiettivo

Con l’avvento al vertice di Ferrero e Crosariol, con la permanenza di Albertini e Colombo, si allargano gli orizzonti: centro sportivo ingrandito, calcio femminile, l’Inter Primavera e non solo ospitata, occhio lungo sulle giovanili e tanto altro. Sul campo la parola d’ordine è salire, di fatto. In panca Francesco Parravicini: scommessa, perchè di fatto all’esordio. Calcio con le bollicine, ma ancora non si vince: playoff, però…

E ora? Eleganza ma più sostanza: ricetta per (con)vincere

La squadra di quest’anno sembra figlia degli insegnamenti del passato. Non facile sostituire le partenze dei vari Bertani, Guccione, Duguet… Ma si parte da altro, dalla difesa. Le conferme di Di Maio e Viganò, in più Caverzasi dal Renate, Bettoni dal Casale, anche Bosco dal Francavilla. Tutti giocatori esperti. Meno spregiudicatezza sembra essere l’input di Colombo. Così come a centrocampo: prima play come Croce e Di Ceglie, ora chiavi in mano a Gattoni e poi pedalare (vedansi le scelte di Gualdi oltre a Romeo e Capelli portati in dote da Castella e Fraschini, consiglieri e perchè no valore aggiunto). In avanti Scapuzzi alla Luis Figo, ma anche la fame di Monni, il ritorno di Di Renzo, le folate di Cominetti. Il tutto in un 4-1-4-1, di fatto: si attacca (miglior reparto fin qui: 15 gol), sì, ma si pensa anche alla compattezza, ora più che mai.

La strada è lunga fino a Natale e allo scontro col Seregno

La sfida col Seregno è iniziata ben prima della prima giornata. Infuocata. E, destino, l’ultima giornata sarà proprio la madre di tutte: big match. Seregno ha la rosa più profonda e battagliera. Sesto è più amalgamata (e occhio ai giovani che ben promettono, Giubilato su tutti), il suo percorso arriva da lontano. La squadra ha meno nomi che in passato, forse, ma ha tutta l’aria di esser stata messa giù ragionando come non mai sugli incastri. Ad esempio: Di Renzo-Monni in avanti con Scapuzzi e Cominetti o Capelli esterni? Suggestivo chiederselo, ma Colombo suggerisce di guardare le ultime venti partite: tanti, tanti punti. E, infine, se è vero che non appena il Lecco sembrava aver messo fuori rosa Capogna è partita una chiamata… Il futuro è tutto da scrivere, rimane una sensazione corposa: la Pro Sesto sta già ragionando (eccome) sul mercato, sui rinforzi. Da prima in classifica. Altro segnale.

Luca Mignani

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