
Serie D| Seregno, l’Erba del tuo giardino è la più verde?
Che per il Seregno non sarebbe stata una stagione normale lo si era capito subito. Subito. Sin da quando, sul finire della scorsa stagione, al Breda di Sesto San Giovanni c’erano state le prime scintille tra azzurri e Pro (oggetto del contendere: l’approccio strong all’allora stella sestese Filippo Guccione). Una rondine non fa primavera? Ma un fulmine fa spesso temporale. Il nuovo numero uno del Seregno Davide Erba entra di prepotenza nel calcio: stoccate alla vecchia proprietà, bordate e punture dai social, obiettivo di primato dichiarato forte e chiaro, i nuovi ultras ad urlare fortissimo e chiarissimo il proprio amore ed il proprio odio.
“Vediamo la rosa, vediamo il campo…”
Rimuginavano gli scettici, perplessi davanti “cotanta tracotanza”. Rosa d’impatto: colpi dall’estero, colpi di categoria, colpi oltre la categoria. Vediamo il campo: 5 partite ufficiali (4 di campionato e la Coppa), 5 vittorie, 9 gol fatti (da ogni reparto), 0 subiti. Eh. Seregno vuole essere schiacciasassi e tritare gli inghippi. Fin qui c’è riuscito: la strana partentesi con Achille Mazzoleni direttore tecnico ad esempio, o infortuni decisamente rilevanti come quelli di Luca Artaria (23 gol nell’ultimo biennio, miscelati a un gran lavoro sodo e sporco) e Andrea Baudi (21 centri solo l’anno scorso in maglia Fezzanese). No problem: segnano anche i centrocampisti (Fortunato, Marini, Gazo che provoca un autogol, Bonaiti).
Il nocciolo: le alternative
Forse nessuno come il Seregno ha tanta scelta. Tanti elementi di caratura, su un undici da battaglia e capace di guizzi. Battaglia nella sofferenza, guizzi risolutori. E se non gira, quanti cambi. Basti pensare alla partita col NibionnOggiono: dentro La Camera, dentro Blazevic. Nel 3-5-2, in difesa tre giganti. Giganti. L’ex Como Borghese tanto per iniziare, ma anche Gregov e Tomas. Senza contare le alternative (esempio? Luoni, ma anche il 2000 Ferrari da 19 presenze a Como l’anno scorso). C’è da aver paura, la prima idea è quella di fare una frettolosa inversione ad U e ciao. In fascia motorini come Zoia, classe 2001 già positivo nella pur complicatissima stagione dell’Olginatese l’anno scorso. In mezzo mastini che sanno giocarla: gente che ha vissuto anche altre categorie, come La Camera, Gazo, Fortunato… In avanti tutto: l’estro di Bertani (foto @Seregno Calcio), la fisicità di Marzeglia, le folate di Blazevic. Aspettando, peraltro, gli altri due.
Seregno spartana nella forma e nella sostanza, ma…
Insomma: Seregno picchia, contrasta, ti fa correre aprendo il gioco e verticalizzando. Non ti fa passare. E ti può infilare in un amen. Dunque? Dunque si aspetta la prova del nove. Ossia come la schiacciasassi reagirà alle prime (vere) difficoltà. Superato il crashtest, potrebbe essere davvero discesa. Intanto il tecnico Balestri butta lì: “I campionati si vincono nella sofferenza. E questa squadra, soprattutto nelle prime gare, ha dimostrato di saper stringere i denti, uscendo alla grande e di qualità nella ripresa. Con l’Arconatese cuore e a tratti anche un gioco rilevante. Col Dro eravamo un po’ stanchi e affrontavamo una squadra che ha battuto la Pro Sesto: una vittoria importantissima, un messaggio enorme ai nostri avversari ed al campionato”.
Luca Mignani