Top

Serie D | Villa Valle di lacrime: inghippi, infortuni e un anno storto (che la tempra storica e orobica può ben raddrizzare)

Villa Valle, un mondo felicemente a parte. Aria familiare e sanamente orobica fin da subito: si entra e i passa per forza dal bar, affollato di gente che si saluta, pacche, sorrisi, pioggia di battute sia che ci sia il sole che faccia freddo. Campetto in sintetico, tribunetta e stop a dimunutivi e vezzeggiattivi: Villa Valle è carica, musica forte, carattere ancor più forte. Lo dice la storia: allenatori vecchio stampo come Mario Astolfi e Luca Tarchini, allenatori da bollicine come Marco Brembilla e Giovanni Mussa. Playoff sfilati via all’ultimissimo così come un campionato perso all’ultima giornata, in passato. Si va avanti, eccome. Dietro e sopra a tutto una dirigenza tenace, presente, tenace. E la Serie D eccola qui. Non per caso, tutt’altro. Tanto che all’esordio, la matricola ma matricola mica tanto, non si schioda dalla categoria.

Un’estate di arrivi e colpacci, poi scricchiolii

Mussa confermatissimo sulla panchina del Villa Valle, a rinforzare una società già forte anche l’ex presidente del Caprino Austoni ad esempio. Arriva Tommaso Lella, uno a cui l’aria bergamasca sembra far bene: 9 gol in 20 partite a Caravaggio prima di Lecco e Sanremese, ancor prima 17 centri in 29 gare a Ponte San Pietro che gli valgono il salto in C (Giana, Lumezzane). Poi le gemme di chi ama il calcio di queste parti: Matteo Ghisalberti (15 gol a Ciserano e negli anni magie su magie su magie) e Nicolò Crotti (11 gol a Caravaggio e negli anni perle su perle su perle). Tre tenori per un Villa Valle rinforzato, si pensa. Ma non si decolla. 0-3 con Seregno e 0-3 col Sondrio. Lella e un’icona come Mazza lasciano presto. Infortuni. Ancora infortuni. Insomma inghippi.

La fotografia di Mussa dopo il pari con la Castellanzese

“Se fosse andato tutto come nei primi venti minuti sarebbe potuta finire tanto a poco. Abbiamo creato 5 palle gol, 2 traverse, 2 bellissime parate, altri 2 o 3 tiri fuori. Poi l’infortunio di Ghisalberti (stiramento? Ndr) che ha tolto sicurezze alla squadra, poi quello di Ronzoni e devi ridisegnare tutto con già fuori Capua, Donida e Brioschi. In più, ad inizio ripresa, corner e gol loro: si sarebbe potuto aprire un baratro, invece i ragazzi hanno dato tutto riagguantandola”. E ancora: “E’ un anno complicato, con fuori 5 o 6 titolari non è facile. Tantissima sfortuna, ne avessimo avuta anche un briciolo in meno avremmo potuto vincere. Ma siamo sempre qui a dirlo, significa che evidentemente questa squadra ha dei limiti: la classifica non può mentire e comincia a dire che siamo di quel livello, con tutti gli infortunati che abbiamo”.

Il percorso, le voci, il futuro   

2 vittorie in 12 partite, +1 sui playout. Dopo le prime giornate le voci su Ardito, Bertarelli, Bonacina ad esempio. Le certezze nelle parole del ds Monaci a confermare Mussa, a portare l’analisi non solo sull’allenatore ma su ogni aspetto. Di recente il pesantissimo successo sul Legnano (3-2) il pesantissimo ko con la Folgore Caratese (1-4), un pari da mani nei capelli per occasioni con la Tritium fino a quello con la Castellanzese. Una squadra che crea, sbanda, crea, soffre, si rialza, crea nonostante i cerotti. Ora, si attende una risposta forte e chiara guardando il calendario: due scontri salvezza con  Milano City e Levico Terme, poi il derby col Caravaggio e un’altra sfida calda con l’Inveruno. Poi sarà tempo di mercato, ma la svolta a livello di risultati serve adesso. E la storia di questa apparentemente piccola ma di fatto e a suo modo grande realtà sembra suggerire qualcosa. Qui si dà battaglia fino all’ultima goccia di sangue. Qui la testa è sempre alta. Qui la storia di quest’annata storta è ancora tutta da scrivere e riscrivere.

Luca Mignani

Condividi su
X