L’ex direttore sportivo del Fanfulla ha parlato proprio in questi istanti a Tu per Tu, il nuovo format di Be.Pi TV. Ecco le sue dichiarazioni. Il preludio di Vito Cera “Voglio descrivere gli ultimi quattro giorni che sono stati davvero un qualcosa di incredibile, ma posso dire che nel corso della stagione ci sono state […]

L’ex direttore sportivo del Fanfulla ha parlato proprio in questi istanti a Tu per Tu, il nuovo format di Be.Pi TV. Ecco le sue dichiarazioni.

Il preludio di Vito Cera

“Voglio descrivere gli ultimi quattro giorni che sono stati davvero un qualcosa di incredibile, ma posso dire che nel corso della stagione ci sono state delle situazioni peggiori di quanto successo in questi ultimi 4-5 giorni. Prima di tutto ci tengo a commentare il post social che non è stato scritto dalla società Fanfulla, ma da un ragazzo che gestisce una pagina vicina al gruppo e che ha un legame stretto con la proprietà. Questa è anche stata la stessa persona che ha fatto da tramite tra me e la proprietà affinché tornassi. Il comunicato di oggi, però, è già stato presentato ai miei legali e questa è la prima volta che mi succede da quando lavoro nel mondo del calcio. Quello che mi è stato fatto oggi verrà contestato come danno d’immagine nei miei confronti. Io sono stato accusato di cose non vere davanti ad altre persone. Ci tengo a dire che dopo aver letto il post di oggi ci sono delle cose che non sono vere. La più importante di tutte è che all’interno dello spogliatoio (dove ci troviamo ogni martedì) non era presenta alcun minorenne. L’unico 2006 presente è già maggiorenne e l’altro 2006 in rosa era a casa infortunato. Ci tengo a sottolinearlo perché sono sempre stato attivo nel sociale e do sempre una mano a tutte le famiglie. Però lo capisco, perché questa proprietà ci tiene a rovinare l’immagine delle persone siccome sono gelosi ed invidiosi. Poi mi parlano di valori e sono gli unici che hanno fatto piangere due donne in società. Queste sono cose che sanno tutti quelli che bazzicano il centro sportivo di Lodi. Poi (ultima cosa) come si fa ad affidare una società con questi tutti problemi ad un figlio? Io sono qua oggi, perché, ho due figlie che mi rispettano e mi stimano e solo pensare che possano leggere determinate cose nei confronti di loro padre, mi vengono i brividi”.

Cosa è successo in questi 4-5 giorni?

“Io in un’agenda ho scritto tutto quello che è successo da inizio anno ad oggi. Ci tengo a ripetere che non è nulla in confronto a questi ultimi 4/5 giorni. Tutto inizia venerdì dove c’era un’udienza in cui noi collaboratori siamo stati chiamati dalla famiglia Tufo. In questi giorni mi è stato chiesto di dire cose diverse da quello che realmente sono e questa è una cosa gravissima. Io sono una persona che vuole andare in giro a testa alta. Posso solo dire che la famiglia Tufo non viene rispettata da nessuno in quel di Lodi a differenza di Barbati che nonostante potesse avere mille difetti aveva davvero tante persone che lo rispettavano. Inoltre posso dire che ho portato sponsor in società per più di 100 000 euro, oltre tutto quello che ci ho rimesso io dalle cene agli aperitivi passando per il fare il pagliaccio negli spogliatoi. Tutto questo per togliere problematiche alla società e allo staff. Tornando a venerdì, io ho detto tutta la verità e dopo quest’udienza sono andato a mangiare con un’altra persona di quelle che doveva essere ascoltata nel corso della giornata. Parlando con Gandini gli ho detto che sarei stato sollevato nel giro di una settimana poiché non ho detto quello che mi hanno chiesto. Il pomeriggio di venerdì sono andato al campo e poi in sede, dove Crescenzo me ne ha dette un po’ di tutti i colori ed era abbastanza arrabbiato. Nella giornata di sabato non l’ho sentito, ma la domenica si sono fatti trovare sul pullman i suoi figli che sono partiti con la squadra. La prima mancanza di rispetto è stato proprio a Forlì quando hanno cambiato tutti i nominativi per i pass ed io non rientravo tra quelli che ne avevano diritto. Poi poco male perché ho chiamato il direttore del Forlì e mi ha fatto aprire subito. La seconda è arrivata di ritorno dalla trasferta in Emilia quando hanno bloccato Albertini in sede ed hanno detto che avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni oppure sarebbero arrivate per giusta causa siccome non aveva fatto allenare i ragazzi la prima volta dopo il mio allontanamento. Lui ha specificato che il mancato allenamento era solo per una questione di organizzazione. Ci tengo a sottolineare che non ho detto a nessuno di non allenarsi quel giorno, perché sennò sarei un uomo di M***a che non sono. Poi il martedì ci siamo ritrovati come sempre negli spogliatoi per vedere come è andata la gara della domenica e dopo qualche minuto sono entrati loro tre. All’inizio mi ha attaccato Crescenzo, poi dopo qualche minuto anche il figlio ha applaudito e detto: “Bravo, bravo pezzo di m***a”. Non nego che da quel momento in poi i toni si sono accesi e ci siamo scambiati parole davvero pesanti, ma ci siamo fermati solamente alle parole. Dopo l’animata discussione, sono rimasto ancora cinque minuti su una piazzola a guardare gli allenamenti ed infine me ne sono andato via. Aggiungo che prima di uscire mi ha fermato una pattuglia dei carabinieri e richiesto i documenti. Io ho chiesto informazioni riguardo una possibile querela e alla fine me ne sono andato via“.

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Nicola Badursi

20 Marzo 2024

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