Le dichiarazioni dell’allenatore del Tavagnacco, Alessandro Campi: dalla stagione alla sua esperienza in Italia e all’estero. Un bilancio della stagione “Stagione difficilissima: siamo partiti in ritardo per le questioni del ripescaggio. Questo ha influito sul nostro inizio ed ha creato una situazione di continua rincorsa che si è tradotta in un campionato a corrente alterna. […]

Le dichiarazioni dell’allenatore del Tavagnacco, Alessandro Campi: dalla stagione alla sua esperienza in Italia e all’estero.

Un bilancio della stagione

“Stagione difficilissima: siamo partiti in ritardo per le questioni del ripescaggio. Questo ha influito sul nostro inizio ed ha creato una situazione di continua rincorsa che si è tradotta in un campionato a corrente alterna. Oggi siamo lì attaccate ad un lumicino di speranza, portandoci dietro difetti, alti e bassi, che hanno caratterizzato tutta la stagione. Abbiamo deciso di valutare giorno per giorno. Le possibilità ci sono: finché la matematica non ci condanna abbiamo il dovere di crederci per onorare il campionato nel caso in cui qualcuno dovesse incappare in qualche sconfitta di più. Stiamo lavorando per fare al meglio quello che possiamo”.

Il percorso al Tavagnacco femminile

“Io sono approdato al calcio femminile nel 2011 e allenavo la Primavera nella mia terra, dove ho sempre giocato e allenato. Erano anni particolari in cui ci giocavamo lo scudetto, poi c’è stata parentesi con l’Udinese. Ho avuto modo di seguire giocatrici di altissimo livello. Io sono approdato privo di ogni idea, poi me ne sono innamorato e ora la definisco una missione. Ora vediamo tante cose luccicare, ma sappiamo da dove siamo partiti.”

Perché ci sono poche allenatrici donne?

“Sento spesso il discorso che ci sono poche allenatrici, è chiaro che viviamo un’epoca in cui tutti i tesserati maschili della mia piccola regione sono come il numero di tutte le tesserate femminili d’Italia. Quindi è normale che si attinga più dai maschi. Ma credo che la predisposizione per fare l’allenatore la hanno sia un uomo che una donna.”

Si possono cambiare i  format della Serie A e B?

“C’è stata un’evoluzione velocissima: il campionato di quest’anno l’ho trovato avvincente. Come format non saprei, varie possibilità hanno pregi e difetti. Quello che manca è la base: bisogna lavorare sulla base. Nella mia regione una bambina per giocare a calcio deve fare 100 chilometri.”

Il calcio femminile, l’educazione e la scuola

“Il calcio femminile ha bisogno di una cultura che in certe parti ha ancora bisogno di decollare.  È una cosa ancora strana, poi ci sono aspetti strutturali. Una carenza che trovo nello sport italiano è la scuola, io ho avuto la fortuna di lavorare in Spagna e Brasile: il calcio lo fanno bambini e bambini dalla tenera età a scuola. Sicuramente le istituzioni devono avere un ruolo: deve essere un fattore culturale. Io vengo da una generazione in cui ci sono state continue battaglie per sensibilizzare le istituzioni.”

Un’analisi su varie squadre

“Lazio, Ternana e Cesena sono ottime squadre con altrettanti ricambi. Sono anche squadre con forza fisica non indifferente. Quest’anno aggiungerei anche il Parma: sono squadre che in altre edizioni avrebbero vinto il campionato al primo posto. Sicuramente il Cesena non ci si aspettava fosse lì e per certi aspetti è la migliore. Anche il Bologna da neopromossa sta facendo bene.”

Cosa si aspetta da queste ultime giornate?

“Ci siamo imposti di non guardare la quota salvezza. Ci siamo dette ogni giorno lavoriamo e alla fine si vedrà. Più volte abbiamo guardato gli altri e quello che voglio è sperare nelle giornate sfortunate. Nelle ultime quattro, invece, vorrei vedere quello che sappiamo fare finalmente arrivando con una bella mentalità a prescindere da quello che ci stiamo giocando. Voglio chiudere bene.”

Asia Di Palma

 

20 Aprile 2024

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