In esclusiva l’intervista alla bandiera della compagine piemontese che dopo 6 anni non vestirà più i colori giallorossi. 176 presenze, 4 gol, una fascia da capitano al braccio e un epilogo dal retrogusto amaro dopo una storia d’amore e legame. Cristian Tos non sarà più il capitano del Bra nel corso della prossima stagione, quella che vedrà il ritorno dei giallorossi in Serie C dopo 12 anni dall’ultima volta. Un addio che, come spiegato dallo stesso centrale difensivo classe 1988 sul suo profilo Instagram, se fosse stato per lui, non sarebbe mai avvenuto, perchè un capitano non abbandona mai la nave. Ecco allora le sue parole in merito alla separazione con il sodalizio piemontese:
Cristian cosa c’è dietro al tuo addio al Bra?
“Come ho scritto nel post, sicuramente non è stata una mia scelta. Ma non è stata nemmeno del mister tantomeno del DS Menicucci, che voglio ringraziare perchè hanno provato fino all’ultimo a far cambiare idea alla società. Dunque è stata una scelta societaria e volevo che fosse ben chiaro”.
Dunque non ti è stata pervenuta nessuna offerta per poter rimanere?
“No, non c’è stato nemmeno un abbozzo di trattativa o di venirsi incontro in quel senso. La scelta è stata fatta indipendentemente dal provare a tenermi con un ingaggio più basso oppure no”.
Come hai preso questa decisione da capitano?
“Sicuramente non l’ho presa bene, una persona che è lì da 6 anni che ha vinto un campionato e per tutto quello che uno dà nel corso degli anni, si aspetta sempre un po’ di riconoscenza. Ma a parte la riconoscenza, è più una questione di merito. Avrei meritato di poter condividere un’annata nei professionisti, che sarebbe stata la prima per me in carriera, con questo gruppo e questa società. Sia da capitano in campo ma anche nello spogliatoio. Mi ha fatto un po’ male sia il fatto in sè di non poter restare ma anche i modi e i tempi in cui mi è stato comunicato. Mi aspettavo un po’ più di sentimento ed empatia per un ragazzo che resta per 6 anni in una società. Invece mi è sembrato un po’ come se fossi uno che era lì non da 6 anni ma da 6 mesi. Questa è stata la cosa che mi è dispiaciuta più di tutte”.
Durante l’anno dunque non sono state fatte promesse ma è stato tutto rimandato a fine anno, dove tu ti aspettavi quantomeno un colloquio?
“Durante l’anno nè io nè nessun mio compagno ha parlato di futuro perchè eravamo concentrati per portare a termine qualcosa di storico. Un obiettivo impensabile all’inizio sui cui alla fine tutti eravamo concentrati, rimandando le discussioni in un secondo momento. Un po’ di rammarico me l’ha lasciato il fatto che, se la decisione era già stata presa in partenza, poteva essermi comunicata prima. In primis per il rispetto, poi anche per avere la possibilità di salutare la piazza e i tifosi, che porterò sempre nel cuore e che avrebbero meritato un mio saluto di persona e non sui social come alla fine ho dovuto fare. Mi sarebbe piaciuto anche godermi l’ultima mia partita all’ “Attilio Bravi” e poi avrei apprezzato un confronto di persona in determinati tempi comunque diversi rispetto a quelli che ci sono stati alla fine“.
Cos’ha significato per te il Bra e cosa vorresti dire alla piazza, visto che non hai avuto la possibilità di farlo di persona?
“Il Bra è stata la società dove ho passato più anni, superando addirittura il Santhià. Sono tanti e per 3 di questi ho vissuto proprio lì a Bra e mi son trovato benissimo. A parte la prima annata con la salvezza all’ultimo quando c’era stato il Covid abbiamo sempre fatto campionati di alto livello quindi è normale che facendo questo tipi di campionati il legame con tifosi e città sia sempre stato fantastico. Ai tifosi ho già detto tutto nel post e anche nel privato, sicuramente in questi ultimi anni, in particolare quello appena concluso. In Serie D faccio fatica a pensare a tifoserie del genere nel nostro girone, sembrava di stare già in C. Dovunque andassimo erano sempre presenti, in casa ci hanno sempre fatto sentire il loro supporto e penso si veda dai risultati. Sono stati veramente fondamentali per raggiungere le vittorie. Gli sarò sempre grato per le emozioni uniche che porterò per sempre dentro. Abbiamo creato un legame che non potrà mai spezzarsi”.
Le porte dei professionisti si chiudono con questa separazione dal Bra o credi sia ancora possibile realizzare questo obiettivo?
“No sono molto realista. Già pensare di poter fare la C a 36 anni solo un folle avrebbe potuto pensare di farlo. In questa follia però abbiamo raggiunto la vittoria del campionato e allora diciamo che più di un’idea mi stuzzicava. Ho pensato che ho dovuto arrivare direttamente io in C per pensare di farla e ci ho creduto perchè mi sentivo di poterla affrontare questa categoria sia per merito che per riconoscenza in una piazza dov’ero da 6 anni. Sfumata questa occasione penso sia impossibile ripeterla da un’altra parte, mi sono messo il cuore in pace”.
Un allenatore che ha puntato tanto su di te quest’anno e un DS che voleva portarti in C non sono bastati a convincere la società, secondo te come mai?
“Me lo sono chiesto anche io e non sono ancora riuscito a trovare una risposta. Sicuramente so per esperienza che la società quando si impunta su certe decisioni è difficile farle cambiare idea. In passato abbiamo perso pezzi importanti come Capellupo o Marchetti, che anche noi giocatori abbiamo provato a far capire alla società quanto fossero importanti nonostante l’età. Non siamo riusciti nemmeno noi a convincerli e quest’anno è andata così con me e sinceramente, dopo la vittoria del campionato e dopo un’annata dove ho fatto 33 presenze su 37 per un quasi 37enne, che non penso sia male, non so come mai. Può essere stata una questione che riguardava la non completa fiducia nella mia tenuta fisica piuttosto che l’avere un ruolo dimensionato e dunque dover spendere determinate cifre per un giocatore di questo tipo. Sono tutte cose ipotetiche, io il motivo non lo so e non mi è stato chiarito”.
Il campionato vinto quest’anno è l’avvenimento più importante della tua parentesi qui?
“Decisamente sì. Ma sia per il risultato finale che per un traguardo mio personale, vedendo le presenze fatte. Quindi un’annata del genere è stata forse la migliore della mia carriera. Sicuramente dopo quest’anno posso dirti il primo anno di Floris, quando arrivammo ai playoff all’ultimo respiro con la vittoria di Caronno, quell’anno è stato una bella soddisfazione perchè eravamo partiti ridimensionati dalla stagione prima, c’erano molte nubi sul Bra ma ce la facemmo. Fu una bella soddisfazione anche quella”.
Cosa c’è nel futuro di Cristian Tos?
“Al momento non c’è nulla in ballo perchè l’addio al Bra è una notizia di ieri, quindi tanti magari non potevano nemmeno immaginarselo che lasciassi il Bra. Ora vediamo cosa esce in questi giorni. Vivendo a Torino, per motivi logistici e lavorativi non posso spostarmi in altre regioni o realtà, sicuramente prenderò in considerazione delle piazze che mi consentano di stare qui o di fare avanti e indietro comodamente. Vediamo cosa esce, sono ferito ma pronto e carico per una nuova avventura, posso dare ancora parecchio a questo sport”.
Ivan Oioli
27 Giugno 2025