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Caso Magenta, Galli: «Non basta un obiettivo comune». Il club: «Scelta caratteriale, non tecnica»

«Spesso non basta avere lo stesso obiettivo, ci vuole una visione comune». Marcello Galli commenta così la separazione dal Magenta. Un fulmine a ciel sereno, arrivato nel week-end. Sembrava il matrimonio perfetto, quello tra la società gialloblu e l’allenatore ex Sedriano. Eppure, negli ultimi giorni, qualcosa si è rotto. Galli aveva firmato con il club milanese a inizio giugno. «C’era molto entusiasmo – ricorda il tecnico – dopo il lockdown avevo voglia di mettermi in gioco e una società ambiziosa come il Magenta mi sembrava il posto ideale per ricominciare».

Le incomprensioni

In questi due mesi, però, i due caratteri forti, del tecnico e del presidente Giovanni Cerri, hanno avuto la meglio. Il club ci tiene a specificare che non si tratta di una scelta tecnica, ma solo caratteriale. «Per noi rimane un ottimo professionista – rivela il direttore sportivo Gianni Villa- ma forse non era più convinto di andare avanti». Il lavoro di mediazione del ds non è bastato, così le parti hanno deciso di separarsi.

Rammarico

«Posso solo ringraziare il Magenta» afferma Galli. «Non sono uno stupido. Avrei potuto tranquillamente continuare, c’era la possibilità di fare qualcosa di importante, ma non volevo mettere a rischio l’ambiente. Non sono uno che accetta compromessi e lasciare qualcosa di irrisolto avrebbe solo peggiorato la situazione».  Da una parte nell’allenatore c’è il rimpianto di aver perso una squadra molto valida, dall’altra la consapevolezza di aver preso una decisione dettata da «umiltà e lungimiranza». Un addio che aldilà di tutto lascia il rammarico di non aver potuto vedere un tecnico emergente su una delle panchine più ambiziose della Promozione lombarda.

 

 

 

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