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Nicolas Parravicini

Eccellenza – Nicolas Parravicini, tutto in due chilometri: “Prima l’Alcione, poi il derby. Sogno una domenica perfetta”

Non sappiamo cosa Nicolas Parravicini abbia chiesto al nuovo anno. Certo, sotto l’aspetto sportivo una svolta sembra davvero essere arrivata. Prima parte di stagione senza reti all’attivo, complice un infortunio che l’ha tenuto fuori dal terreno di gioco, ora quattro reti in nove partite del girone di ritorno. L’ultima la doppietta a Mariano Comense, mattone portante nella salvezza del suo Alcione.

 

In campo tanto sacrificio. Sì, ma il gol è il gol

Alto più di un metro e novanta centimetri, fisico asciutto, ruolo prima punta. In un tridente è logico pensare a Nicolas Parravicini come terminale offensivo. Ma spesso i suoi allenatori chiedono al classe 1997 anche tanto sacrificio: protezione del pallone, spizzate, lavoro sporco per l’inserimento dei compagni. «E’ vero, non mi tiro indietro. Ogni tanto capita di fare la lotta lì davanti per favorire gli altri. Se Laraia, Villa e i centrocampisti mi ringraziano? Non c’è bisogno». Un attaccante, però, vive di gol. E in questo 2019 Nicolas Parravicini sta trovando continuità: «Mi serviva, soprattutto dal punto di vista mentale. Nella prima parte di stagione un infortunio mi ha tenuto fuori praticamente per tre mesi. Non è stato semplice, ora sto bene». E a Mariano è arrivata la doppietta come ciliegina: «Mi sentivo bene, sono stati tre punti fondamentali».

 

Prima Tigrotto, poi il Novara. E una Serie D da ritrovare

Primi passi al Biassono, squadra della sua città. Poi Nicolas Parravicini è passato al Novara: «Abbiamo vinto il campionato Berretti e ho fatto la Primavera quando i piemontesi erano in Serie B». Insomma, i professionisti visti da vicino nella sua carriera giovanile, poi i primi passi in Serie D. Non semplici, Tra problemi fuori dal campo e grandi bomber trovati sul proprio cammino: «A Lecco c’erano problemi societari, a Caronno arrivai con la squadra prima in classifica e con un attaccante come Denis Mair davanti a me. Difficile riuscire a trovare spazio». Lo scorso anno a Fenegrò, anche lì con qualche acciacco fisico e qualche incomprensione dopo un inizio positivo. Ora l’Alcione come nuovo punto di partenza: «Cercavo tranquillità e l’ho trovata. L’Alcione è una società seria, tante persone vicine a noi giocatori. Sono contento di essere ripartito da qui. Certo, le chiamate da categorie più alte fanno sempre piacere. E a 21 anni spero ancora nella Serie D».

 

Prima l’Accademia Pavese, poi il derby… Parravicini sogna il doppio 1

Il calcio è sempre stata la più grande passione di Nicolas. Un filo lungo 21 anni (e mezzo), a tinte rossonere per quel che riguarda i grandi campioni. «Quando ero piccolo il mio idolo era Filippo Inzaghi. Poi, crescendo, ho sempre apprezzato Zlatan Ibrahimovic. A livello fisico siamo simili, mi ispiravo a lui ma Ibra è veramente irraggiungibile». La squadra del cuore? Ovviamente il Milan («Sono tifoso sfegatato»), così non è un caso che la rinascita sia avvenuta… “All’ombra di San Siro”, citando testualmente l’inno dell’Alcione. E domenica, a distanza di due chilometri, Nicolas Parravicini sarà impegnato prima in campo, poi sugli spalti. Accademia Pavese e il derby contro l’Inter, facile intuire le speranze domenicali: «Spero di vincerle entrambe. Sogno un’altra domenica da protagonista per avvicinare ancor più la salvezza dell’Alcione. È il nostro obiettivo e vogliamo raggiungerlo quanto prima. E poi di corsa in curva. Perché il derby non è mai una partita come le altre».

Paolo Andrea Zerbi

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